Il territorio di Fabro, in provincia di Terni, presenta delle peculiarità che condivide localmente con i paesi limitrofi di Ficulle e Allerona e con le Crete della Val d’Orcia: i calanchi. Nella zona sud-orientale del comune si estende un’ampia vallata detta in paese Calanchi o Crete o Burroni, caratterizzata da terre argillose molto suggestive e di grande interesse geologico-naturalistico.
Passeggiando lungo il Sentiero delle Crete, che inizia a sud del centro storico, si possono scorgere ampi valloni e sottili crinali intervallati da alcune zone coltivate e ruderi di antichi casali. Il termine di calanco, infatti, indica il fenomeno geomorfologico di erosione del terreno dovuto alla pioggia, che scavando i terreni argillosi poveri di vegetazione crea profonde spaccature e fenditure in continua evoluzione. Questo tipo di paesaggio, infatti, non è mai uguale a se stesso. Nonostante questo, l’ambiente è assai affascinante e vitale, costellato di piccoli prati, arbusti e boschetti dove vive una ricca fauna selvatica.
Molto interessante è l’origine geologica di queste crete, la cui formazione risale a circa 3.5 milioni di anni fa, quando il territorio di Fabro costituiva il fondale dell’antico Mar Tirreno, insieme a tutta quella zona che poi sarebbe stata chiamata Val di Chiana.
Questo mare aveva le sue coste lungo gli attuali territori di Città della Pieve, Monteleone e Ficulle e da esso emergevano le cime più alte del promontorio del Monte Cetona. Il mare occupò queste zone per milioni di anni, dal Pliocene Superiore (circa 3.5 milioni di anni fa) fino alla prima parte del Pleistocene Inferiore (circa 1.8 milioni di anni fa).
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Fabro e Ficulle